www.flickr.com

Jan Svankmajer - Prezít svuj zivot (Surviving life) (2010)

                                                                        [Oscar per il peggior trailer della storia, perdoniamolo]

Capita a tutti di fare sogni talmente belli e vividi da sperare di ricapitarci, di riaddormentarsi e tornare in quell'esatta situazione; quando il contrasto tra insopportabile vita reale e meraviglioso sogno sembra essere troppo ingiusto il tornare a sognare può diventare un'autentica ossessione.

Una suggestione degna d'un surrealista d'altri tempi, proprio come lo è il quasi ottantenne Jan Svankmajer: regista, pittore e artista a tutto tondo di origine boeme, quarantacinque anni di morbosi film d'animazione entrati nella leggenda, autore duro e puro che sta vivendo una seconda giovinezza grazie alla diffusione capillare dei suoi corti su youtube, passando dallo status di artista di nicchia ad uso e consumo dei maniaci da cineforum a quello di artista di nicchia globale.

Ed è proprio l'autore ad apparire nel divertente prologo del film a spiegare quella che è la scelta più particolare di questo film: pochissimi finanziatori hanno creduto a un progetto così strampalato, e fare un film costa: ecco quindi che gli attori sono ripresi dal vero sono in alcuni e frangenti e per il resto fotografati, il movimento degli attori verrà quindi reso sia con il reale movimento che con un collage schizoide delle fotografie a loro scattate, permettendo di girare buona parte del film in studio; nessuno sterile sperimentalismo formale: gli attori costano e mangiano, le foto no.

Ed eccoci scaraventati nel mondo dei sogni di Evzen, i cui sfondi sono delle vagamente borghesi foto in bianco e nero su cui agiscono personaggi scattosi ed elementi sfacciatamente psicanalitici che entrano ed escono dalle finestre, saltano, appaiono e scompaiono (portando al cinema un po di Dalì e un po' di Magritte) ed è qui che nasce l'amore di Evzen per una bellissima donna, disturbato continuamente dalla cruda realtà, da una moglie pedante e fastidiosa, dal lavoro straniante e dai debiti, una realtà a cui si può solo cercare di sopravvivere; per la moglie l'unica via di fuga è vincere il jackpot della lotteria nazionale mentre lui non ha dubbi, vuole rivivere il più possibile quel sogno.

Da qui parte un intreccio che definire complicato è un eufemismo, il mondo dei sogni di Evzen prende forma dalla sua psiche e vi accade quello che lui desidera, con risultati tragici ma in fondo voluti; e tra una seduta di psicanalisi e l'altra (dove le foto animate di Freud e Jung commentano ironicamente il procedere del caso), la fuga dal lavoro asfissiante grazie a soldi "trafugati" dal mondo dei sogni e l'amore crescente per la donna lì conosciuta (che continua a cambiare nome) si delinea sempre più marcato il più classico dei complessi di Edipo ed il confine tra realtà e sogno diventa sempre più labile.

La trama si dipana nella confusione creata da un continuo susseguirsi di suggestioni in primo e secondo piano, coiti tra animali più o meno umani, mele giganti che rotolano, oggetti che escono dalle finestre e allegorie bibliche, rigurgiti di montaggio intellettuale che confondono e ammaliano; la tecnica del collage strania il giusto in un film artigianale, montato in maniera nervosa e caratterizzato da quelle cifre stilistiche a cui Svankmajer negli anni ci ha abituato: i dettagli, i primissimi piani delle bocche, il sonoro viscerale, il fango, l'ossessione per il cibo.

Il film dura parecchio (e dire che lo stesso regista nel prologo si lamenta della scarsa durata della sua opera) e nel proseguio della storia si rischia di perdere più volte il filo, quanto più è lucido il protagonista nelle sue scelte tanto più lo spettatore rifiuta di capire e si lascia ammaliare da immagini sempre più oniriche e da un accompagnamento musicale di una serenità sconcertante; la sceneggiatura arriva al suo compimento a fatica, e questo solitamente in un film è un grande difetto, si esce dalla sala con tanti dubbi e nella mente rimangono tante immagini ma non si sa ricostruire cosa sia successo di preciso, ma non è forse quello che accade risvegliandosi bruscamente dai propri sogni?